Fabio Pulsinelli
Roma — 1985




Vivo e lavoro a Roma. Il mio lavoro è un tentativo continuo senza certezza sulla buona riuscita. Provo a fissare dei punti significativi. Qualcuno, passando, forse li unirà con una sua linea.




Il perimetro del mio lavoro


(...)  L’alternativa fra “magia” e “razionalità” è uno dei grandi temi da cui è nata la civiltà moderna. La società contemporanea, nello specifico quella italiana, è fortemente caratterizzata da coesistenze assurde: si rende così palese il tema che tiene insieme elementi così eterogenei, e cioè la richiesta di protezione psicologica di fronte alla straordinaria potenza del negativo nella vita quotidiana e alla angustia di comportamenti efficaci “realisticamente” orientati.

Ernesto de Martino - Sud e Magia


A partire da una forte fascinazione verso il quotidiano, verso i comportamenti delle persone comuni, i sogni, i ricordi, le credenze popolari, le paure — anche quelle più piccole — analizzo la vita quotidiana e le modalità attraverso le quali la cultura arriva a modificare la nostra psiche. Il contrastato rapporto fra razionalità e mondo onirico viene risolto e rappresentato attraverso la coesistenza di una fantasia realisticamente orientata. Recentemente il sinergismo tra varie scienze umane tra cui psicanalisi e l’emergente psichiatria transculturale ha facilitato il connubio tra arte e scienza che è diventato così il modo più incisivo per intervenire su quelle innumerevoli tradizioni, riti, modi di dire ed usanze che difficilmente possono essere superate.

Il mio lavoro è il frutto di una durevole osservazione delle silenziose attività di tutti i giorni; è il prodotto di un interesse rivolto alla necessità umana di affidarsi a specifiche ed improbabili credenze, ad oggetti iper-specifici ed iper-salvifici cui delegare l’incessante bisogno di sentirsi protetti e psicologicamente più stabili. La mia ricerca tende, verso quegli spazi personali ed inter-personali che il marketing e le sue strategie non possono o perlomeno non dovrebbero raggiungere.

Tutto questo viene raccontato stravolgendo sottilmente il vivere e l’agire quotidiano, portandoli dallo stato ordinario a quello extra-ordinario e viceversa, utilizzando i mezzi più semplici dell’immaginazione umana.

Cerco di descrivere i mutamenti dei modi di affrontare le difficoltà del quotidiano da parte dell’uomo. Vi è un tentativo di raccontare l’adeguarsi del lato più indifeso dell’essere umano alla continua ed incessante evoluzione della società e dei suoi linguaggi.

I miei lavori regalano possibili certezze sul domani, offrono facili e concrete soluzioni ai piccoli grandi problemi esistenziali in un clima di serenità variabile; parlano dell’uomo comune attraverso un linguaggio sintetico e organizzato (come ad esempio fanno i kit) rendendo evidenti i paradossi di oggi ed invitando l’osservatore a fare un salto da qualcosa di conosciuto a qualcosa di poco esplicito ma che una volta svelato lo pone di fronte alle grandi domande della vita.

Voglio mostrare, far vedere, spingere ad impattare le innumerevoli realtà che orchestrano la cultura dell’occidente. Il problema non è tanto, o solo, trovare i punti di inciampo della nostra cultura ma riuscire ad evidenziarli, con i mezzi a nostra disposizione.

Propongo i miei lavori, più che come delle opere finite e risolutive, come possibili tentativi, forse salvifici forse no.

Un caro amico prova a dirlo meglio
I timidi sono insicuri


Il tema centrale sono le umane piccolezze.

Sogni, desideri, paure, insicurezze, molte insicurezze, ricette apprese o tentativi personali di affrontare il quotidiano, di goderlo appieno, di anestetizzarlo, di abitarlo con qualcuno, di confrontarlo con quello altrui, di dissociarlo, di attraversarlo nel modo migliore che ci riesce.



I timidi sono insicuri,
gli spacconi si travestono così ma sono insicuri,
l'uomo è una creatura,
il creato si confronta con il limite,
il limite ci apre all'ignoto,
l'ignoto ci fa paura,
l'uomo cerca sicurezze, le cerca sempre, da sempre.
Il rapporto con noi stessi come scafo,
le relazioni con gli altri nelle quali navighiamo,
insicurezza e incertezza onde che disturbano la rotta.

Può capitare di scoprirci poco radicati.
Ma se protendiamo l'orecchio verso l'altro e la mano verso l'alto, in queste condizioni, aumenta il rischio di perdita dell'equilibrio.
E poi il tempo. E' poco. La stanchezza. Forse pigrizia.
Poca spesa tanta resa? Meglio affidarsi.
Giusto. Ma in queste condizioni il rischio è delegarsi.



Vorremmo un sostegno per affrontare, ritrovare, rivivere. Ci serve qualcosa per dimenticare, per andare avanti, o per risolvere, rimediare, rinforzare, ricostruire. Altre volte avremmo bisogno di un aiuto per fare il primo passo. In certe notti, poi, vorremmo togliere le zavorre e tornare a coltivare la speranza.

È dunque una sedicente insicurezza quella che viene affrontata in questi lavori, aiutandosi e aiutandoci a fronteggiarla.
Osservarsi e ascoltarsi. Il tentativo è di attrezzarci ed equipaggiarci.

Possiamo scegliere accuratamente gli aiuti di cui abbiamo più bisogno in questo momento, già pensati e confezionati per i nostri bisogni. Oggetti, strumenti e kit, che useremo all'occorrenza, o che ci porteranno, chissà, a riappropriarci di altre risorse.





English Version

Boundary of my work


From a strong fascination towards the daily routine, towards the behavior of common people, dreams, memories, fears, even the small ones, the artist analyzes the daily life and the ways through which culture reaches and changes our psyche.

The conflicting relationship between rationality and the world of dreams is resolved and represented through the coexistence of a realistic fantasy and the artistic medium, used as a picklock to weigh on the cultural armor of the 21st century. Recently the synergy between the various human sciences, amongst which psychoanalysis and the emerging transcultural psychiatry, has facilitated the union between art and science which has as a result become the most incisive way to intervene on the countless traditions, rituals, sayings, and customs which can unlikely be overcome.

My work is the result of a long-lasting observation on the everyday silent activities; it is the product of an interest addressed to the human necessity to rely on specific and improbable beliefs, on particular and specific objects to which it delegates the incessant need to feel protected and more psychologically stable. It is indeed in these contexts that one gives entrustment to superior entities, resulting in the conviction of being individuals rather than consumers. My search therefore tends towards the personal and interpersonal spaces that marketing and its strategies cannot or at least should not reach.
All this is told through the artworks subtly overturning the everyday living and actions, taking them from their ordinary state into the extraordinary and viceversa, using the most simple means of the human imagination.

I try ty to describe the mutations in the ways in which mankind faces daily challenges. Indeed through my work there is an attempt to describe how the more defenseless side of the human being has adapted to the continuous and incessant evolution of society and its languages.

The artworks exhibited offer possible certainties for the future, they give easy and concrete solutions to the little great existential problems in a climate of serene variability; they talk about the common man through a synthetic and organized language (as for example kits do) pointing out the paradoxes of today's world and inviting the observer to take a leap from something known to something less explicit.

I want to show, demonstrate, push and affect the innumerable realities that orchestrate western culture. The problem is not so much (or rather not only) to find our culture's stumbling blocks but to highlight them, through the means available to us. Therefore I propose my own creations, not as finite and resolutive works, but as "possible attempts, perhaps redeeming, perhaps not".